VIDEO JOBDV AL VINITALY CON BANFI
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Il padiglione Castello Banfi presso Vinitaly 2017 Fiera di Verona, progettato dall’Arch. Edoardo Milesi di Archos Bergamo, riproduce un vero habitat sensoriale, un piccolo mondo fertile dal quale emerge l’articolata e complessa ricerca di Banfi: non solo una storia di vini di qualità ma la storia di un secolare amore per la terra, di un paziente e sapiente lavoro di modellazione e trasformazione del paesaggio e della sua gente, della costruzione del genius loci che ha ispirato nei secoli l’armonia del territorio toscano. Visitare lo stand Banfi è entrare in una dimensione evocativa ed esperienziale, fortemente emotiva, collettiva, polisensoriale, una dimensione ritualistica.

Due blocchi in legno di castagno bruciato uniti da due travi reticolari: uno angusto ma alto, dall’odore medievale, contiene il filtro d’ingresso; l’altro, diametralmente opposto, ospita la cucina, i magazzini e la scala che conduce al piano superiore dove trovano spazio stanze per consumare differenti vini e assaporare differenti storie.

Vele di membrana semitrasparente percorrono i lati lunghi e su di esse immagini evocative: le colline accarezzate dal sole, gli alberi mossi dal vento e bagnati dalla pioggia, ombre in movimento in una contaminazione tra campagna e metropoli; odori, rumori, luci si alternano per immergere il visitatore nei riflessi di un vino dal sapore e dal profumo della macchia mediterranea.

All’interno, tre delle principali pareti (di cui una 5 metri per 3) sono costituite da immagini video Banfi, sapientemente realizzate da JOBDV con la regia di Tommaso Imbimbo: un susseguirsi entusiasmante delle stagioni attraverso una ‘magica’ proiezione video (precisamente mappata dalla Volume) su schermi semitrasparenti, restituendo una presenza del territorio, della natura e della Cantina Banfi ed una esperienza unica per il visitatore.

Ogni elemento progettato racconta la terra toscana: il colore scuro delle pareti è ottenuto mediante un’antica tecnica giapponese per la conservazione del legno, molto simile alla tostatura delle barrique; il pavimento è lasciato in ferro grezzo e il legno utilizzato è un larice naturale non trattato, come quello delle casse di vino da spedire lontano, imbevuto degli oli essenziali del lentischio e dell’elicriso. 

 

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